GLI OLIVI: UN NUOVO NIDO
Vogliamo essere per le giovani un nido sicuro per dare loro riparo e sollievo rispetto al loro passato e in cui instaurare un rapporto umano volto a fortificarle nel corpo e nello spirito.
Promuoviamo scambi di esperienze per dare una nuova consapevolezza alle nostre giovani affinché si possano sentire pronte a superare ogni difficoltà e creare così nuove prospettive per il loro futuro. Per noi è di primaria importanza che le ragazze possano riscoprire le proprie passioni ed i propri interessi per crescere personalmente e trovare nuove possibilità di emancipazione.
Vogliamo rappresentare un vero e proprio “laboratorio di Vita” in cui esaltiamo e garantiamo una formazione valoriale adatta a far spiccare il volo e far affrontare le sfide della vita con rinnovata vitalità.
LA STORIA DI PAMELA
Vi state chiedendo cos’è una Comunità? Proverò a spiegarvelo con poche parole.
È come un sorriso che costa niente ma produce molto, arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dà. La Comunità crea la felicità formandola come casa nostra, il segno tangibile di un forte amore donato da persone semplici e speciali, le nostre carissime educatrici. Del mio passato preferisco non parlare, è rimasto solo un brutto ricordo che non voglio più raccontare perché ho voglia di pensare solo al presente rifiutando ogni scelta negativa.
L’essere quasi cresciuta in questo posto, in questa “casa” accogliente, mi ha fatto maturare e capire che le persone come me sono speciali e che nel mondo ci sono altri miliardi di ragazzi che combattono per la liberazione d’ogni dolore provocato dai propri consanguinei. Io mi ritengo una ragazza fortunata perché oggi non credo sarei potuta sopravvivere a tutto quello che mi era successo prima di entrare nella comunità. La Comunità Gli Olivi è basata principalmente sull’affetto familiare che a noi ragazze è sempre mancato.
Pamela
LA STORIA DI ERICA
Non tutti sanno con precisione cos’è una Comunità, vero?
Provo a descriverla io.
Una Comunità è una casa, anzi, tante volte può regalare anche qualcosa in più rispetto a quello che si potrebbe ricevere nella propria famiglia. Da quando sono stata inserita qui nella Comunità “Gli Olivi” sono riuscita a trovare qualcuno che mi ascolti, mi stia accanto nei miei momenti difficili e che mi aiuti ad indirizzarmi verso la strada giusta.
Ma, soprattutto, vengo aiutata a crescere da persone fantastiche: le educatrici. Loro prendono la loro attività non come un lavoro, ma come qualcosa fatta con il cuore.
Questa è una Comunità per 8 ragazze, dove magari ci può essere quella con cui vai più d’accordo e quella con cui proprio non ti trovi benissimo, ma questo può accadere anche tra sorelle e fratelli.
Dal mio inserimento in Comunità sono maturata molto e ora, molto più di prima, riesco a godermi la vita. È vero, a volte ci sono dei momenti in cui vorrei essere con la mia famiglia, ma poi quando ci rifletto bene penso: come potrei stare? E la risposta non è per niente bella.
Erica
LA MENSA:
ACCOGLIENZA E CARITÀ
La nostra mensa accoglie persone senza fissa dimora e persone in momentaneo stato di indigenza. É aperta 280 giorni l’anno, con il servizio dalle 11.00 alle 12.30 e si avvale del servizio di circa 15 volontari, pronti ad accogliere chiunque necessiti di cibo o conforto e abbia necessità di essere ascoltato e guardate con uno sguardo umano e benevolente.
LA STORIA DI MARIO
Sono arrivato a Como in cerca di lavoro nel marzo 2008 e la mensa Vincenziana è stata in pratica la prima cosa che ho conosciuto della città, dato che in quello stesso giorno sono andato a mangiarci: era il 18 marzo, lo ricordo benissimo, come ricordo alla perfezione i volti delle persone che vi ho incontrato (e poi ho incontrato di nuovo tante volte), l’affaccendarsi tra tavoli dei volontari, l’atmosfera cordiale e serena che solo raramente viene turbata da qualche futile discussione o qualche piccolo screzio tra i commensali. Come del resto è comprensibile, non tutti quelli che vivono in strada, o comunque ai margini della società, sono amici tra loro e non sempre si è disposti a tollerare o simulare indifferenza.
Ma nulla di serio o di preoccupante, direi, anche per merito delle Suore che hanno lo “strano” dono – o l’inquietante virtù, di coniugare l’inflessibilità con la carità e la vigilanza con la generosità. Quello che posso dire è che si mangia dignitosamente bene, cibi freschi e serviti in tavola ancora fumanti, senza riciclaggi come mi è capitato purtroppo di constatare in altre mense, forse meno baciate dalla sorte e dalla Provvidenza. E poi, trascorrere seduti un po’ di tempo al caldo nelle rigide mattinate invernali, soprattutto se fuori infuria la bufera, è un vero sollazzo. Chiedete in giro a chi lo ha provato e tuttora lo prova.
Mario