Struttura Organizzativa

La comunità, sita nel centro storico di Como, è un antico e solido caseggiato, ristrutturato e riqualificato, che si sviluppa su 4 piani, all’ultimo dei quali si trova una meravigliosa e panoramica terrazza che svetta sui tetti del centro storico di Como. 

All’interno della comunità vi sono 8 stanze da letto (due doppie e sei singole) con bagno annesso che possono accogliere 10 ragazze adolescenti.

All’ultimo piano è invece presente un appartamento con tre posti letto per persone in prosieguo amministrativo che si affacciano al mondo del lavoro, terminata la fase propriamente comunitaria, cominciano a sperimentarsi in un progetto di autonomia, che prevede la ricerca ed il mantenimento di un posto di lavoro, l’apertura di un conto corrente bancario, il conseguimento della patente e quando possibile l’acquisto di una macchina. Il tutto in un divenire di possibilità concrete per il futuro. 

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L’EQUIPE


L’equipe è stabile e interamente composta da educatori professionali in formazione continuativa e supervisione permanente individuale e di gruppo e si declina come segue: 

Coordinatrice comunità e referente nuovi ingressi
Dott.ssa Monica Modugno
Educatrice professionale,
Specializzazione in Tecnico della riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale
Cell. +39 329 77 44 387

 

 

Educatrici professionali
Dott.ssa Paola Stramigioli
Educatrice professionale e psicologa clinica

Dott.ssa Jenny Baitieri
Educatrice professionale

Dott.ssa Chiara Arrisicato
Educatrice professionale

Dott.ssa Elena Peterlin
Psicologa clinica, Psicoterapeuta in formazione presso ANEB di Milano.

Dott.ssa Yanina Quinteros
Sociologa.

Dott.ssa Giada Biondi
Sociologa della devianza e laureata in Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali.

 


Gli educatori professionali hanno competenze psicoeducative e formazione multidisciplinare integrata. I volontari sono formati e collaborano alla conduzione della quotidianità anche con i tirocinanti universitari.

L’Equipe educativa è stabile e motivata, lavora attivamente nella rete con i servizi sociali, gli enti affidatari, i tribunali ordinari e/o dei minorenni, le famiglie, le scuole, gli psicoterapeuti, i medici di base e tutti gli attori in campo, dando continuità educativa alla promozione del benessere psico-fisico e del cambiamento del singolo utente e del gruppo delle pari. 

L’equipe favorisce la cura e sollecita il passaggio dal bisogno legittimo al desiderio, recupera ed integra lacrescita armonica delle adolescenti coinvolte nel progetto, riconoscendo e rispettando inclinazioni, interessi, pensieri.  

 

La forza operativa dell’equipe Gli Olivi, sta nel declinare i progetti educativi individuali che si fondano su:

  1. Rispettare il soggetto – che ha nome, un cognome e una storia unica e irripetibile – e le sue competenze partendo dalle risorse per affrontare le criticità.
  2. Strutturare gli interventi educativi lasciando spazio alla flessibilità e spesso necessaria rimodulazione del progetto individuale, collaborando con il servizio inviante, nel rispetto delle linee guida concertate nella rete ove e se presente.
  3. Attivare risorse territoriali per costituire un tessuto relazionale e formativo, volto ad accogliere anche i soggetti più fragili.
  4. Credere che nessuno sia vittima del proprio destino.
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COMPETENZE

Le competenze cardine che caratterizzano la professionalità di coloro che lavorano in comunità Gli Olivi sono:

  1. Progettuali: il soggetto è coinvolto a pieno titolo nel processo di crescita, autodeterminazione, autonomia individuale e sistemico: l’approccio metodologico è partecipativo. L’utente trova la propria struttura interna tramite esperienze sane, interessanti, continuative e la relazione educativa con il referente in attività individuale.
  2. Valutative: osservazione costante come base relazionale positiva che presuppone una intenzionalità per attivare processi di reciproca conoscenza. Gli indicatori spazio-temporali sono verificabili. La metodologia si snoda tra il fare ed il pensare come prassi operativa. La quotidianità è il campo d’indagine privilegiato per conoscersi e attivare gli interventi educativi.
  3. Empiriche: apertura all’imprevisto ed individuazione di strategie e strumenti per il raggiungimento di obiettivi volti alla cura di sé. Valorizzazione della ricerca per dotarsi di un metodo non improvvisando risposte ma che consenta di formulare una riflessione critica sull’esperienza ed il risultato.
  4. Istanze pedagogiche: intenzionalità, responsabilità, cura.

L’equipe è coinvolta in progetti di formazione permanente, rispondente sia alle attuali normative vigenti, sia ad esigenze conoscitive personali nell’ampio settore della ricerca educativa e delle sue molteplici possibilità d’attuazione. Il lavoro di squadra è agevolato da una riunione a cadenza settimanale e dalla supervisione psicologica, individuale e di gruppo. L’equipe è impegnata nella formazione permanente, non come mero distintivo pedagogico o come attività prevista dalla legge, ma come ricerca sul campo atta ad ampliare la rete dei sensi, dei significati e delle possibilità d’intervento. Caratteristica del gruppo di lavoro è la capacità di rendere unico il progetto educativo per il soggetto cui è rivolto attraverso la concertazione dialogica, ovvero l’analisi della domanda del soggetto afferente al nostro servizio in un continuum evolutivo.

 

IL LAVORO DELL’EDUCATORE E LA RELAZIONE EDUCATIVA

Il primo obiettivo educativo è quello di creare e offrire all’utente un luogo sicuro di vita, scevro dal giudizio, in cui sentirsi protetto e accolto

Lo spazio abitativo è inteso anche nell’accezione di funzione protesica del sé: la dimensione estetica degli spazi è perciò un aspetto per noi importante, legato alla convinzione che la bellezza, praticata nel senso più alto ed estetico del termine, contenga in sé aspetti terapeutici ed attivanti circa la possibilità che ogni soggetto si percepisca e definisca come soggetto di valore. Le utenti vengono attivamente coinvolte nella gestione degli spazi, che diventano a loro volta indicatori importanti del loro saper stare. La ciclicità stagionale diventa stimolo e risorsa per i processi trasformativi dello spazio abitativo che diviene rappresentativo di uno spazio interno più profondo.

Aspetto determinante e centrale è per noi la relazione educativa, scevra da giudizi e ricca di significati affettivi, esperienziali e cognitivi, tesa a promuovere e valorizzare le competenze personali per poter affrontare il mondo esterno alla comunità come persona risolta, come “l’adulto che voglio essere”.

La relazione educativa, consente all’educatore di riferimento ed a tutta l’equipe di essere i depositari di un pezzo di storia condivisa ed importante, consente altresì  che il legame con il contesto sia affettivo e simmetrico, talvolta risarcitorio. 

PAROLE CHIAVE

  • Incoraggiamento;
  • Supporto;
  • Ispirazione.
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PROGETTO-EDUCATIVO-OLIVI

I passaggi della presa in carico dell’utenza si articolano lungo il continuum:

  • PASSATO

Il trauma come punto di partenza, non come punto di arrivo.

Ricostruzione ed elaborazione dei vissuti che hanno contraddistinto la storia personale, determinando l’ingresso in comunità. 

  • PRESENTE

Io sono qui. La consapevolezza.

Sostegno pedagogico, psicoterapeutico, affettivo, emotivo e concreto, stimolazione cognitiva e sociale del proprio essere in relazione con il mondo: interno ed esterno.

  • FUTURO

L’adulto che voglio essere.

Elaborazione di percorsi e di progetti legati alle caratteristiche e alla storia dei singoli, emerge con forza il desiderio di autodeterminarsi nel mondo (autonomia personale, reinserimento familiare, affidamento ecc.). L’orizzonte delineato all’ingresso è sempre più definito, la comunità è un luogo per passare. Ha un tempo definito la permanenza in comunità in una dinamica esperienziale che conduce naturalmente il soggetto coinvolto verso una concreta possibilità di vita esterna al luogo sicuro.

AGIRE CON L’ALTRO E NON SOLO PER L’ALTRO

ACCOGLIERE in assenza di giudizio, adolescenti in stato di difficoltà familiare, sociale. 

OSSERVARE-GUARDARE-LEGGERE gli scenari complessi di provenienza, non facili, che hanno determinato l’ingresso in comunità della minorenne.

FACILITARE, non sostituire, le competenze emotive per stare a con-tatto con il mondo proprio interno nutrito talvolta di dolore ed il mondo esterno che genera ansia e paura.

INCLUDERE sociale: la comunità educativa è un luogo per passare non per stare. È un luogo dinamico in cui si arriva, si sta e si va, con gli strumenti di vita per affrontare il mondo come soggetto attivo e partecipante.

APPARTENERE: il progetto educativo individuale assume come significativo il senso di appartenenza con componenti emotive positive, sicché le biografie compromesse da eventi drammatici, talvolta traumatici, divengono il punto di partenza, mai di arrivo.

AUTOSTIMA: saper fare, per riconoscersi soggetto competente.

FIDUCIA IN SE STESSI: consapevolezza di potercela fare, perché si è in ascolto di sé stessi e in relazione con il sentire degli altri.

AUTODETERMINAZIONE divenire l’adulto che si vuole essere.

AUTONOMIA PERSONALE E INDIPENDENZA saluto dal contesto comunitario che non determina dipendenza, ma accompagna in un tempo, luogo e spazio preciso, perché è capace di lasciare andare.

DOVE SIAMO

Via Primo Tatti, 7
22100, Como

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